I possibili effetti sulla salute dei campi elettromagnetici sono stati studiati negli ultimi decenni. È necessario distinguere tra effetti sanitari acuti o di breve periodo, ed effetticronici o di lungo periodo.
Gli effetti acuti possono manifestarsi come immediata conseguenza di esposizioni elevate al di sopra di una certa soglia.
Gli effetti cronici possono manifestarsi dopo periodi anche lunghi di latenza in conseguenza di lievi esposizioni, senza alcuna soglia certa.
Tali effetti hanno una natura probabilistica: all’aumentare della durata dell’esposizione au-menta la probabilità di contrarre un danno ma non l’entità del danno stesso. Gli effetti cronici sono stati studiati attraverso numerose indagini epidemiologiche e studi su animali, che hanno dato fino a oggi riscontri controversi.
Ipersensibilità elettromagnetica (G) : sono stati riscontrati sintomi quali cefalea, insonnia, affaticamento, in presenza di campi al di sotto dei limiti raccomandati per la protezione dagli effetti acuti. In questi casi risulta però difficile separare gli effetti dovuti all’esposizione da quelli di tipo psicosomatico per fenomeni di autosuggestione.
I maggiori organismi scientifici nazionali e internazionali concordano nel ritenere che, allo stato attuale delle conoscenze, la correlazione tra l’esposizione ai campi elettromagnetici ELF e il cancro sia debole, e non sia dimostrato il relativo nesso di causalità.
Il National Institute of Environmental Health Sciences, (NIEHS, USA) ha valutato i campi ELF solamente come un“possibile cancerogeno per l’uomo”, basandosi sulle 5 categorie di classificazione usate dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), mentre, ad esempio, il benzene è stato identificato come cancerogeno.
Ad ogni modo, le attività di ricerca stanno proseguendo in tutto il mondo, promosse da governi nazionali e organizzazioni internazionali.
L’ OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomanda, comunque, di seguire per la prevenzione dai possibili effetti di lungo periodo il “principio cautelativo”, ossia diadottare misure di tutela della popolazione anche in assenza di dati definitivi sulla nocività dei CEM. Tali misure, sempre secondo l’OMS, dovrebbero essere semplici, facilmente perseguibili, e, per queste ragioni dovrebbero essere adottate in particolare per le nuove installazioni. |
Esposizione ai CEM e salute
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La moderna tecnologia offre modelli di apparecchiature elettromedicali dotate di filtri per limitare le interferenze con le radiofrequenze. Per l’esposizione alle basse frequenze le fonti di “disturbo” possono essere molteplici, come, ad esempio, tutti gli elettrodomestici di casa o i varchi magnetici di banche, supermercati, aeroporti, etc. Quindi, è utile esaminare caso per caso le diverse situazioni di esposizione.
Le misure dei CEM vengono effettuate con sofisticati strumenti che indicano i valori di esposizione in V/m, A/m e S (densità di potenza); esse rappresentano la reale condizione di esposizione che confrontate con i limiti di Legge e quelli consigliati o di cautela determinano le azioni da intraprendere.
Attualmente è in corso il più grande studio di ricerca sugli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute promosso dall’OMS per armonizzare le Linee Guida di esposizione a livello mondiale. Nel frattempo una commissione inglese di esperti, in base ai dati disponibili, ha raccomandato ai ragazzi di età inferiore ai 16 anni di non usare i telefonini!
La sperimentazione scientifica non conferma né smentisce le preoccupazioni derivanti dall’osservazione degli effetti sull’uomo che sono stati descritti. In queste condizioni è opportuna l’adozione del cosiddetto principio di precauzione, utile a minimizzare i rischi ricorrendo alla delocalizzazione degli impianti (cioè lo spostamento degli impianti di trasmissione in un luogo più idoneo) e alla riduzione delle potenze di emissione degli impianti stessi.
Gli effetti dei CEM alle alte e alle basse frequenze sono, dunque, radicalmente diversi e variano anche in funzione della potenza dei campi: maggiore potenza significa maggiori rischi per la salute. |
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